FRITTO MISTO alla PIEMONTESE

Ricetta tradizionale piemontese che abbina carne e cervella a sapori dolci come il semolino e gli amaretti.
Il tutto viene fritto dopo essere stato passato nell’uovo e nel pane grattugiato. Dalle origini sicuramente antiche e forte di una tradizione perpetrata nei secoli dalla società contadina, la sua invenzione viene messa in relazione con il “rito” della macellazione del maiale, animale un tempo assai diffuso nelle aie e pilastro dell’economia di auto-sostentamento della famiglia contadina.La creazione di questo piatto era suggerita dall’esigenza di consumare in fretta le parti non idonee alla lunga conservazione ed abbondanti che risultavano dopo la separazione delle parti nobili da insaccare per la lunga conservazione e per la vendita. L’ingegno delle cuoche di famiglia, semplici, ma con gusto per il pratico, ha dato vita ad un grande piatto utilizzando un prodotto di seconda linea. 
Del resto ancor oggi si dice che “del maiale non si butta via niente”.
Ecco che l’abbondanza di carni, in contrapposizione alla costante scarsità, faceva radunare la famiglia per un evento gastronomico che era una festa. Per farla ancora più ricca, sempre l’ingegno di chi stava ai fornelli prese l’abitudine di friggere fegato, polmone, animelle e tante altre golosità, aggiungendo altri alimenti poveri come ad esempio i semolini o le mele, creando in questo modo il contrasto dolce-salato che tipicizza questo piatto.